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Breve storia del "Signore degli agnelli".

Da ragazzo, il mio piatto preferito erano le sagne e fasciuol’ che mi preparava zia Memena (Filomena all’anagrafe). Era una gran cuoca: nessuno organizzava un matrimonio senza ingaggiarla (ah, il mitico pranzo di nozze abruzzese, quattordici portate!, un esperienza incomparabile che ho fatto in tempo a vivere).
Molto tempo è passato, parecchio mondo ho girato e quando poi sono tornato nella mia terra ho potuto capire perché quel piatto, così semplice, aveva un sapore così speciale: tre soli ingredienti, ma tutti e tre unici, introvabili altrove: la farina era di grano Solina, un grano montanaro eccellente la cui bassa resa lo escludeva da una diffusione nazionale; il pomodoro? autoctono e raro anch’esso, il pomodoro a pera d’Abruzzo; per finire con i fagioli: una varietà straordinaria per caratteristiche e per rarità che si chiama Fagiolo Tondino del Tavo, e il Tavo altro non è che il nostro piccolo fiume, quello in cui ho imparato a nuotare.
Una rara combinazione, mi direte: in un solo luogo, in un solo piatto, tre prodotti della terra che col tempo sarebbero diventati tutti e tre presidio slow food.
Ma non è ancora finita: con il latte delle nostre pecore le donne facevano, e fanno ancora, il Pecorino di Farindola, unico formaggio al mondo preparato con il caglio suino, oggi anch’esso presidio slow food.
Queste epifanie si sono aggiunte a quello che sapevo già: l’arrosticino, oggi diffuso e amato in tutto l’Abruzzo, è nato guarda un po’, tra di noi nella Valle del Tavo!
E allora, è arrivata in modo naturale una decisione: inoltrarmi di nuovo tra la mia gente, nel mio territorio, ricchissimo di ricette, ingredienti e prodotti unici, per portarli in questo posto e farveli gustare, rigorosamente secondo tradizione.
Il Signore degli Agnelli